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Ada, proprio come me

Ada si sveglia relativamente presto, solitamente appena si riaccendono i caloriferi.

Esce dalla sua cuccia e mi sveglia grattando il piumino. Capisce subito se è una buona giornata per me e, se non è così, graffia in modo più frenetico.

Mi alzo e ci dedichiamo sempre almeno cinque minuti di coccole attaccate al calorifero dell'ingresso: attenzioni lente e calme per iniziare al meglio che possiamo la nostra giornata.

Lei con l’acqua e io col caffè facciamo colazione, poi pipì, trucco e prima di uscire “pappa”. Fa almeno due giri su se stessa ogni volta che sente “pappa”, penso sia la sua parola preferita. Beh... penso sia la parola preferita di tutti i cani.

Ada si siede sul tappetino sull’atrio (ormai di sua proprietà) in attesa che io prenda il guinzaglio, scondinzola già.

Zip del cappotto e rumore del cancellino che si apre: è felice.

Non serve più che le indichi la strada perché senza dirle nulla gira subito a destra, ancora a destra, poi a sinistra, poi tutto dritto fino al bar. Non vede l’ora.

Ada ormai è un cane da bar: a lei piace ascoltare i piattini che scricchiolano, attraversare i piedi dei clienti e rispondere alle parole dette male. Sembra sia nata proprio per stare con me.

Tira forte il mio braccio (ormai di ferro) per andare in cucina perché sa che i nonni prima o dopo le daranno un pezzo di grasso del prosciutto avanzato. Ada è una paraculo: quando ci sono i nonni io non esisto più.

Quando invece inizia a fare la voce stridula allora vuol dire che è ora dell’acqua e io prontamente vado a prenderle la ciotolina e Ada inizia a bere come se non avesse bevuto mai. Ormai ci capiamo.

Si fa tardi e tra una briciola di brioche e l’altra è ora di tornare a casa. Se non è una giornata buona, Ada si siede e non c’è verso: vuole restare lì.

Se è una di quelle giornate, torniamo con forza verso casa facendo il primo tratto in braccio che dura il tempo di farle dimenticare il prosciutto del bar.

Altrimenti tira con forza da elefante e appena vede il suo amico all’angolo, scalcia e va a salutarlo, ultimamente si scambiano pure qualche bacio… chissà come andrà a finire.

Si torna a casa, apro il cancellino e corre come una pazza alla porta d'ingresso: vuole bere.

E beve sempre come se non avesse bevuto mai.

Ada quando arriva a casa, si sente a casa. La vedo alla ricerca delle sue cose che sa di preciso dove ha riposto poco prima, proprio come faccio io.

Lei ha veramente tanti giochi, non voglio viziarla, ma dato che è furba sa di doverli disintegrare piano piano così da farmene comprare di nuovi senza doverli buttare troppo presto. Insomma, lascia le cose a metà, proprio come me. Non sa bene quel che mangia e il suo stomaco non trova mai pace, proprio come me.

Quando ha controllato ogni angolo e si è salutata allo specchio senza riconoscersi, salta sul divano dalla parte del cuscino verde e cade in un sonno narcolettico almeno fino alle 15.

Ada la puoi spostare e si adatta facilmente, ma quando dorme, lei dorme. Lascia la sua testa cadere sempre più in basso: non ho ancora capito bene il motivo, ma a lei piace così. Per addormentarsi le piace anche mettere il suo nasone in qualsiasi pertugio che trova, che sia la piega del divano o delle mie cosce (a lei va bere pure l'ascella, si adatta benissimo).

Ada dorme così bene che quando la guardo dormire mi fa invidia. Qualche volta sogna (spero bei sogni) e inizia a scalciare, proprio come me.

Mentre lavoro non mi disturba, ha capito benissimo che lavoro faccio e penso le piaccia: mi sta ad osservare dal divano e ogni mezz’ora si fa sentire in qualche modo tanto per dirmi “guarda che son qui con te”.

Ada è attenta, frenetica, sveglia, intelligente, bella da morire. Io le dico sempre che è “la Belén dei cani”. Mi fa arrabbiare spesso, ma di più quando mangia le cose che non deve mangiare come il cartone, i cavi, il telecomando, le porte. Sì, ad Ada piace tanto il legno verniciato.

Si fa buio e quando abbasso le tapparelle lei si sveglia. Ada va controcorrente, in direzione ostinata e contraria, proprio come me.

Se sente il campanello suonare vola verso la porta e non c’è modo di non farla uscire: vuole vedere chi c’è e, che sia una bella o brutta persona, lei non la giudica dalla copertina, anzi scodinzola come se non avesse scodinzolato mai. Il corriere simpatico con gli occhi chiari è il nostro preferito perché ci porta i pacchi di cartone da scartare e mangiare più tardi.

Quando arrivano le ombre della sera lei sembra che le sfidi iniziando a correre senza tregua tra le mura di casa come se qualcuno la inseguisse. Sbatte contro ogni cosa come se non avesse gli occhi e non le importa di farsi male: lei ha il naso grandissimo come il suo cuore. Si fa un giro in giardino scovando ogni insetto possibile e mangiando pure qualche sasso di quelli neri. Ada mangia i sassi consapevolmente, non perchè è scema.

Ada ama le scope. Penso sia la sua cosa preferita. Quando le dico “giochiamo” lei corre subito davanti al suo oggetto del desiderio e attende che io lo ribalti davanti a lei avanti e indietro. La nostra scopa ormai non è più in grado di svolgere il suo lavoro perché troppe setole sono ormai sparse in giardino nascoste chissà dove.

Non mi importa, ne comprerò una nuova per il suo compleanno ad agosto.

Giochiamo con quello che capita eh, ma il bello del suo giocare è quando mi porta le sue cose per farsele lanciare. Dico “1…2…” e al “3” lei sta già correndo verso una direzione a caso che forse segue a sentimento sperando sia quella giusta.

Ada però non corre in realtà: lei saltella come una pecora, scalcia come un cavallo, si stiracchia come un gatto. Lei è multiforme, proprio come me.

Ada non mi abbandona nemmeno quando faccio la doccia, probabilmente pensa di stare in Spa con tutta quell’umidità: si sdraia sul tappetino spugnoso del bagno e aspetta me che esco con i piedi bagnati per leccare ogni goccia non ancora asciugata.

Ada non ha paura del phon, lei lo sfida proprio! Se dimentico di sollevare il cavo, lei lo stacca e io ci metto tre ore per due "phonate" brevi ma intense.

Per le 19.30 “pappa” e guai a me se sgarro di qualche minuto perché Ada non sopporta i ritardi, proprio come me. Inizia a ringhiare e si siede arrabbiata in attesa davanti alla sua ciotola ormai troppo piccola per il suo naso-bocca. Per lei le cose o si fanno fatte bene oppure neanche ci si mette, proprio come la penso io.

Pure io ceno poco dopo ed inevitabilmente le passo sempre qualche bocconcino di quel qualcosa. Come potrei non farlo? Ada si siede di fianco a me e mi osserva manco fossi la Madonna. Cedo sempre. Rido sempre.

Dopo cena siamo ko.

Ultimamente ho una vita sociale e quindi, quando esco, prendo la sua cuccia per portarla in garage. Ada è testarda e non ci vuole mai andare in garage, quindi mi tocca ringraziarla per la mia imposizione con almeno 3 biscottini dei suoi preferiti.

Quando invece sto in casa lo capisce subito dal pigiama. Il pigiama penso sia la sua seconda cosa preferita, naturalmente dopo la scopa. Sa che passeremo la serata sul divano con o senza iPad, sedute a lavorare o sdraiate ad oziare, ma sicuramente con la tv accesa.

Ada quando guarda la tv e c’è qualcuno che non le aggrada (succede spesso con chi ha gli occhi troppo scuri o con le persone che camminano fuori dalla scena), inizia ad abbaiare con i bassi più potenti che possiede la sua voce e ad una certa scende dal divano incazzatissima verso la porta d’ingresso.

Dopo tre mesi ho capito: Ada pensa che la tv sia una finestra, quindi va in corridoio dietro la tv sperando di trovare quelle persone che le stanno tanto antipatiche. Non le trova mai e torna a muso basso sconfitta: io la guardo sorridendo e le dico che mi dispiace.

Io e Ada facciamo dei bei discorsi e sono certa che capisce i miei stati d'animo prima di me. Ad Ada piace quando scrivo sulla Moleskine, quando parlo da sola, quando piango, quando mi metto a ballare, quando mi attacco al calorifero con la schiena.

È ora di andare a dormire. Lei inizia a chiudere gli occhi da asiatica che ha già verso le 22, non sgarra mai di molto. Quando sgarra è perché c'è qualcuno che è venuto a trovarci e lei è così empatica che non riesce a non dare le giuste attenzioni che si merita ogni ospite. Oppure è perché c'è odore di birra di qualche bicchiere in sala e ad Ada ho scoperto che piace la birra da matti, proprio come a me.

Quindi dorme, sul divano, sempre sullo stesso lato che ormai mi è stato rubato. Io quando la vedo così rilassata faccio fatica a lasciarla in pace e inizio a coccolarla quasi come fosse un peluche. Non ho mai amato i peluche. Non sono mai stata affettuosa prima di Ada.

Io invece ho bisogno di qualche goccia per dormire e quando mi alzo per andarmele a bere, lei sa che da lì a poco si andrà a “nanna”.

Anche la parola “nanna” la capisce, infatti quando giro di due mandate la chiave e la dico, lei ciondola come Guendalina degli Aristogatti verso la camera e aspetta che io le porti la sua cuccia che in modo millimetrico affianco al mio letto. Non un centrimetro più in là, non un centimetro più qua: le dà proprio noia l’imperfezione, proprio come a me.

Ada ha paura del buio quando è proprio buio nero, quindi è da quando è arrivata che le accendo una piccola lucina proprio lì di fianco a lei. Anche io da piccola avevo paura del buio nero, anche io da piccola avevo la mia lucina.

Quella sua lucina le dà pace e ora può dormire.


Ada è piombata nella mia vita come un uragano. L’ho voluta e attesa per anni fino a sceglierla, ma mai avrei pensato di averla tra i miei passi per davvero.

Ada è letteralmente “tra i miei passi” perché si infila sulla mia strada e a volte mi fa inciampare. Ada non mi abbandona mai, prima di lei non pensavo si potesse inciampare senza arrabbiarsi.

La cosa però che preferisco di Ada è quando torno a casa e apro la porta del garage.

Lei non fa come gli altri cani, tanto che per me lei è più umana che cane.

Io mi abbasso, Ada si avvicina con calma, alza la testa, si dà uno slancio e mi abbraccia.

Mi abbraccia proprio come faremmo noi umani dopo un po’ che non ci si vede.

Mette una zampa e poi l'altra intorno al mio collo e con le sue mani fa “da gancio” per farsi sentire di più, appoggia la testa a destra nello spazio tra collo e spalla e sta lì.

Ada sta lì per almeno un minuto, in silenzio. Ada sta lì anche se le scappa la pipì, anche se ha sete, anche se vuole tornare a dormire.

Ada si dimentica che l’ho lasciata a casa da sola e come per magia mi dà tutto l’amore che nemmeno le ho chiesto, lasciando da parte per un intero minuto i suoi bisogni, solo per me.

Ada è stata per me terapeutica e non in senso egoistico del termine ("solo per me"), ma in senso di condivisione ("per noi").

La mia vita ora è più responsabile, più sana, più attiva, più sorridente.

Io sono più vera, più viva, più attenta, più simpatica, più generosa.

Ada è riuscita in poco tempo a migliorarmi e a fare di me un’inguaribile romantica e piagnucolona. Quando la osservo devo trattenermi dal commuovermi.


Lei è la mia Ada e io sono la sua Giulia, ma nessuno è di nessuno qui: qui ci si sceglie giorno dopo giorno e così sarà per sempre.

Oggi, 12 Gennaio 2024, io e Ada viviamo insieme da ben tre mesi e io volevo ricordare questi nostri primi passi insieme, così: parlando di noi.


"Ada, non potevi essere che tu qui con me, fatta proprio come me."



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